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ARTICOLI e CRONACHE
Racconti di particolari eventi meteorologici del passato, tratti dai ricordi di alcuni appassionati di meteorologia locali.


In quell'anno ero ancora uno studente e la mia passione per la meteorologia era in una fase embrionale; scrivevo su un quaderno le temperature dell'aria, prese con un termometro semplice, nel mio paese di Moncigoli (Fivizzano) in Lunigiana, e a fianco inserivo anche qualche breve nota sullo stato del tempo. All'epoca avevo 17 anni e quando vedevo nevicare era per me una grande emozione.
Dalla fine degli anni '80, non si vide più una nevicata vera e propria con tanto di coltre nevosa sul fondovalle della Lunigiana. Già da quel tempo si parlava di effetto serra e di cambiamenti climatici.
Cercherò, ora, di scrivere un racconto che sia più vicino possibile alla realtà di quel periodo che ho vissuto, durante il mese di Febbraio 1991. Sono passati 28 anni e quello che ho a mia disposizione sono i ricordi personali, le carte del tempo reperite su internet e qualche annotazione scritta sul mio quaderno. Con il mese di febbraio inizia il periodo più freddo di quell'inverno. Fa molto freddo sulla Russia dove il gelo è intensissimo; l'anticiclone russo-siberiano pilota masse di aria gelida fino al Mediterraneo e le temperature precipitano ulteriormente sull'Italia con le correnti da Nord-Est. La mattina del 2 Febbraio fa molto freddo, intorno alle 7 il termometro indica -9°C; il tempo è rigido ma ancora soleggiato. Fra il giorno 3 e 4 Febbraio, una corrente d'aria più mite e umida di origine atlantica, interagisce scorrendo in quota sul cuscino sottostante di aria più fredda.
Nella giornata del 3 febbraio, si notava fin dal mattino che il cielo tendeva a coprirsi, alle ore 7:30 la temperatura era di -4°C. Essendo una Domenica, ero a casa da scuola; la mattinata era fredda, il cielo ormai coperto. L'aria fredda si conservava, anche se a quel tempo non sapevo ancora cosa fosse l'isotermia della colonna d'aria. Già molte altre volte dal 1987, ultimo anno che si vide la neve al mio paese, Moncigoli, avevo vissuto condizioni meteorologiche con temperature molto simili a quella giornata. Pensai che anche quel giorno in caso di precipitazioni, avrei visto cadere la pioggia al posto della tanto desiderata "Dama Bianca". Quel pomeriggio mi trovavo all'interno di un fienile dismesso nel vecchio borgo e ad un certo punto guardo fuori attraverso una fessura di una vecchia porta, erano circa le 15. Nell'ombra di un porticato di un'abitazione vicina si vide qualche cosa di non bene identificato. Penso che sia caligine di qualche stufa o camino, ma poi esco all'aperto e quello che più mi balza all'occhio, è una foschia o nebbiolina verso Sud fra il Monte Borla e il Monte Sagro. Allora pensai che poteva essere anche neve. Di lì a poco il dubbio fu dissipato: caddero ancora piccoli fiocchi di neve, e mi chiesi com'era possibile che a +3°C stesse nevicando. All'epoca non conoscevo ancora il concetto di Punto di Rugiada (Dew Point) e non avevo nessuno strumento che lo potesse indicare. Evidentemente quel giorno la colonna d'aria era molto secca. Tornai a casa entusiasta sotto quella debole nevicata, che a più riprese continuò debolmente fin verso il tardo pomeriggio. In serata la precipitazione si intensificò e cadeva più fitta e a falde più larghe, ma non faceva molto freddo. Cominciò ad imbiancare, prima i tetti e le automobili, ma nelle strade c'erano solo delle tracce qua e là; le fioccate avevano delle brevi pause e si indebolivano temporaneamente. Dopo cena esco a vedere la situazione e noto che in qualche punto c'è già la neve al suolo, saranno state circa le ore 21; nevicava e si vedeva una foschia che rendeva più tenui le luci dei paesi vicini. Le suole delle mie scarpe, camminando, producevano il caratteristico rumore di quando si pesta il manto nevoso ed è stata un'emozione: dopo 4 anni...la neve stava tornando per le strade del mio paese! Sono le 21:30, la temperatura dell'aria è di +1°C e dove la coltre nevosa era già presente misurava 1,5 cm. Durante la notte guardo più volte dalla finestra ma nevica debolmente e fatica a ricoprire in modo uniforme la via provinciale, sotto casa mia. Mi alzo da letto, è ancora buio e trovo la sorpresa: è tutto bianco, pochi centimetri di neve morbida ricamano tutto: cavi elettrici, rami delle piante e anche la strada è tutta coperta. E' tutto ovattato, anche il rumore delle catene montate sugli pneumatici delle auto che transitano. Appena fa giorno cerco di scattare delle foto al mio giardino, con gli abeti appesantiti dalla neve. Dopo tanto tempo la "Dama Bianca" era tornata a fare visita al mio giardino. Era un paesaggio fiabesco e mi dispiaceva rovinarlo con le mie orme, la coltre nevosa misurava 6 cm, c'era anche la nebbia, a rendere più magica l'atmosfera. Intanto la neve continuava a cadere debolmente con una temperatura di 0°C. Nonostante la nevicata, la corriera passò e arrivò a Fivizzano senza molte difficoltà. La neve continuò a cadere fin verso le ore 8:40; a scuola eravamo tutti alle finestre. Un nostro professore, seccato di tutto questo frastuono e distrazione, disse in maniera decisa: ''fino a giovedì non nevica più!!''. Era la mattina del 4 Febbraio, un lunedì. Tornai a casa. La neve, con il sole che era uscito durante la mattinata, si era fusa parzialmente ma ancora persisteva in modo uniforme nelle zone verso Nord rimaste in ombra, e a tracce altrove. Il giorno 5 Febbraio, l'anticiclone russo compie la mossa decisiva, e pilota il nocciolo freddo in direzione della barriera alpina orientale, cosicché il freddo si intensificò.
La bora entra da Trieste, e l'arrivo dell'aria fredda genera una depressione, fra Sardegna e Corsica. Lo stesso giorno la neve rimasta nelle zone in ombra persiste al suolo, e non a caso esiste il detto che "neve chiama neve''. Siamo arrivati al 6 febbraio; mi alzo per andare a scuola e c'è un forte vento di Tramontana, esco in giardino dove trovo un gelo molto intenso, il termometro indica -4°C. Si trattava del Burian, un vento ghiacciato figlio dell'anticiclone russo-siberiano; quando mio padre venne a prendermi a scuola, il cielo era nuovamente coperto e sembra di ricordare che le nuvole si dirigevano dal mare verso l'Appennino. Scorrevano cioè in senso contrario rispetto al vento di Tramontana. Mio padre mi diceva che quel gelido vento stava "impastando" altra neve; nel giardino c'erano dei pettirossi che si avvicinavano alle porte, e sempre secondo mio babbo, anche quello era un segnale di un'imminente nevicata. La temperatura quel giorno, rimase sotto lo 0°C anche nel pomeriggio. Alle ore 14 la temperatura indicata dal termometro era di -1°C. Verso sera il vento si calma e le nuvole si dissolvono, mi chiedo se potrà tornare la neve. Nella trasmissione ''Che tempo fa'', Andrea Baroni la sera del 6 Febbraio, prevede nevicate un po' su tutto il Centro Nord a quote basse; annuncia infatti l'arrivo di una perturbazione da ovest, questa perturbazione avrebbe portato correnti più miti e umide, che scorrendo sul cuscino di aria fredda, avrebbe generato cadute di neve. Intorno alle ore 21 c'è calma piatta, non c'è vento e il cielo è sereno, fa un freddo terribile. Il termometro segna già -8°C. Non avendo avuto ancora un termometro a minima e massima, non so quanto sia stata la temperatura minima di quella notte fra il 6 e 7 febbraio. Sento che qualcosa sta per accadere, e attendo con ansia l'indomani. Siamo ora al giorno 7 febbraio, nel frattempo al margine Ovest dell'anticiclone termico russo, si incunea una zona depressionaria che dispone le correnti da Sud-Est, che scorrono sopra il cuscinetto freddo. Fin dal mattino presto, ore 7 cadono brevi fioccate di neve, e la temperatura che segna il termometro è ancora di ben -8°C. Quando arrivo a scuola a Fivizzano il cielo promette neve, all'interno della scuola si fa un gran parlare della neve che sembra scontata. Iniziano le lezioni e riprende a nevicare debolmente, ricordo quelle bianche falde che scendevano lentamente. Tutti noi volevamo tornarcene a casa, ma la neve non cadeva in modo continuo, momenti di euforia quando la neve riprendeva a scendere si alternavano a momenti di sgomento quando smetteva. Ad un certo momento si apre una schiarita con il sole, saranno state le 10:30, e il nostro professore pronuncia questa frase: ''se il cielo si apre non nevica più!''. In classe piombò lo sgomento più totale, ma non è ancora finita perché il cielo torna ben presto a farsi nuvoloso, poi molto nuvoloso, ma non sembrava più un cielo da neve, ma piuttosto da pioggia. Mi sono chiesto quanto sarà stata la temperatura; a mezzogiorno dalle finestre si vede una precipitazione, ma non riuscivamo a capire se pioggia o neve. Andando alle finestre e guardando meglio, ci accorgiamo che è proprio neve, minuta, fitta e asciutta. In pochi minuti imbianca la strada e il preside ordina l'uscita anticipata. La nevicata si fa più intensa e cade a larghe falde, ed è scivolosa, si rischia di cadere a terra. Per fortuna la corriera riesce a portarmi a casa; c'erano già dei centimetri di neve e mentre ero a pranzo, la neve scende dietro ai vetri e il giardino era tutto bianco. La temperatura alle ore 14 è di -2°C; le tubature dell'acqua erano ghiacciate e mancava l'acqua in casa. Mio babbo cerca di scongelare la tubatura con la fiamma a gas. Il traffico stradale era andato in tilt; poi passerà lo spartineve a liberare la strada. Fin verso il tardo pomeriggio, nevica continuamente e a larghe falde; mio babbo deve raggiungere il vicino paese di Posara, decide di andare a piedi e in quell'occasione rispolverò i suoi vecchi scarponi d'alpino. Continua a nevicare, ma verso le ore 18 la nevicata è più debole e intermittente. Anche in serata la neve continua a scendere debolmente, alle ore 21 ci sono 15 cm di neve, e la temperatura è scesa fino a -5°C; la neve luccica guardandola cadere sotto il lampione come se fossero schegge di ghiaccio. Verso la mezzanotte smette del tutto di nevicare. Ora siamo giunti all'8 di Febbraio, la giornata si mantiene fredda anche se non ai livelli dei giorni precedenti. Infatti prevalgono le correnti occidentali atlantiche, tuttavia il residuo della goccia fredda che ha interessato l'Italia tra il 5 e 6 di Febbraio e che stazionava sulla Francia, mantiene temperature sotto lo zero in quota. Quel giorno le scuole di tutta la Lunigiana erano chiuse per neve, mi alzai presto da letto e andai a guardare la temperatura. Alle ore 7:30 il termometro segnava -3°C, il cielo era coperto, ma non nevicava più, misurai la coltre nevosa che era di 17 cm di neve asciutta e farinosa. Era passato lo spartineve, e la strada era ricoperta di neve battuta e ghiacciata; si poteva andare per le strade con gli sci e racchette. Tutti a scivolare sulla neve con sci, slittini e cartoni e a lanciarsi palle di neve, e ad un certo punto me ne arriva una in pieno volto e vi posso garantire che a distanza di 28 anni me la ricordo ancora. Improvvisammo una gara a chi costruiva il pupazzo di neve più bello. La giornata proseguì con cielo coperto ma senza fenomeni, né neve né pioggia; la coltre si manteneva compatta e farinosa nonostante che alle ore 14 la temperatura era salita a +2°C. Ero andato a casa di un amico in paese e m'indicò la fontana dicendomi: ''inizia a schiacciarsi'', il clima si stava addolcendo. La cosa mi fece un po' soffrire, perché poteva essere il preludio che tutta quella bella neve, stesse per lasciarci. Fu comunque un'altra splenda giornata di neve che da anni desideravo vivere nel mio paese. Intanto si fa tardo pomeriggio, e all'imbrunire iniziano a cadere le prime gocce di pioggia, ma smettono ben presto. Sono circa le 21, l'aria si è intanto nuovamente incrudita, siamo attorno agli 0°C. Quella sera avevo ancora qualche speranza che la neve riprendesse a cadere durante la notte. Non avevo voluto sentire le previsioni del tempo, per paura che annunciassero pioggia.
Siamo ora al 9 di Febbraio, e l'anticiclone si ritira sulla Russia, dopo aver portato il suo baricentro sulla Scandinavia. Tutto questo lascia spazio alle correnti più miti atlantiche. La giornata è caratterizzata da cielo coperto, temperature ancora piuttosto basse, intorno ai +3°C e neve in progressiva fusione. Fin dal mattino si comprende che ormai sarà la pioggia la protagonista di quella giornata. Addio pupazzi di neve, corse sugli slittini e palate di neve. Al mattino c'è ancora una bella coltre di neve, ormai bagnata e scatto ancora qualche foto, Inizia poi a piovere con maggiore intensità, piove a dirotto sulla neve. Alla pioggia si unisce anche il vento di Libeccio, ma le temperature restano ancora piuttosto rigide a causa della neve al suolo. Alla sera persistono ancora chiazze qua e là. La fase più cruda di quell'ondata di gelo, si era conclusa ma non ancora le bianche sorprese: farò ora solo un breve accenno alla terza ed ultima comparsa della "Dama Bianca". Al mattino del 12 febbraio appena alzato nevica già, di neve al suolo accumulata ce n'è poco più che una spruzzata, ma alle 7:30 la temperatura è di -1°C, continua a nevicare per parte della mattinata, ma si ha poi un miglioramento delle condizioni meteorologiche, quella nevicata riuscì a formare un manto nevoso dello spessore di 4 cm.
Avendo continuato a seguire con attenzione l'andamento climatico per tutti gli anni '90, ho potuto constatare che il Febbraio 1991, è stato il mese dove la neve è caduta più abbondantemente sulla località di Moncigoli di Fivizzano fra il 1990 ed il 2000.

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Portale di meteorologia per la provincia di Massa Carrara.
Associazione locale per la divulgazione delle
scienze meteorologiche e del clima.

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